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[IN DATA ODIERNA==] Finlandia Francia in diretta gratis 17 maggio 2023

Il Paese dovette sempre confrontarsi con la minaccia di un attacco tedesco e non aveva alcuna via di uscita essendo circondato da Paesi aderenti all'Asse o occupati. Fornitori anteguerra di ferro all'economia della Germania al 1939[73] Fonte Tonnellate(milioni) Germania (comprese le parti annesse) 8, 9 Svezia 6, 2 Altri 4 Totale 15 Comunque per un periodo prolungato gli svedesi mantennero una neutralità interessata[74], commerciando in ferro e armamenti con la Germania.


Il Regno Unito affidò alcune navi alla nuova marina norvegese (che mantenne il nome di Kongelige Norske Sjøforsvaret) visto che, al momento della resa, solo naviglio minore, in tutto tredici imbarcazioni obsolete con 500 uomini, erano riuscite a sottrarsi alla cattura. Alla fine della guerra saranno 58 le navi da guerra operanti con gli Alleati sotto bandiera norvegese, prevalentemente finanziate coi fondi della Nortraship, e 118 in tutto l'arco del conflitto[12]. Queste navi operarono prevalentemente come scorta ai convogli durante la battaglia dell'Atlantico e durante varie operazioni belliche come lo sbarco in Normandia; solo due navi mercantili vennero usate e perse in acque norvegesi, durante un raid sulle Svalbard (operazione Fritham). Un'unità speciale costituita sotto l'egida del SOE fu la Norwegian Naval Independent Unit (NNIU), nell'ottobre 1943 rinominata Royal Norwegian Naval Special Unit (RNNSU) ma nota comunemente come Shetland bus[13]: vista la necessità di mantenere collegamenti con la Norvegia il SOE decise di creare un gruppo che facesse la spola tra la Scozia e la costa norvegese occupata trasportando armi e uomini; inizialmente vennero utilizzati normali pescherecci in faticosi e pericolosi viaggi notturni tra le pattuglie aeree e navali tedesche[13], ma dopo alcuni insuccessi accompagnati da perdite furono consegnati all'unità tre veloci cacciasommergibili di costruzione statunitense.

Diverso fu il comportamento per i marinai delle navi norvegesi sorprese in Svezia dall'invasione tedesca: dopo una vertenza legale queste vennero consegnate ai tedeschi con i loro equipaggi e 277 uomini o donne vennero inviati ai campi di prigionia, dove 43 morirono[17]. Stendardo della Den Norske Legion In Norvegia esisteva un partito nazista e quindi cittadini norvegesi si arruolarono nelle SS come parte della Den Norske Legion. Come negli altri Paesi occupati venne attuato il progetto Lebensborn, e questo dopo la cessazione delle ostilità ebbe delle conseguenze verso le donne norvegesi che si erano unite a militari tedeschi: furono chiamate dai norvegesi tyskertøser (letteralmente "puttane dei tedeschi") e 14 000 di loro vennero detenute in campi di internamento come quello di Hovedøya[77], mentre alcune vennero deportate in Germania; i loro figli vennero chiamati tyskerunger ("figli di tedeschi") o peggio ancora naziyngel ("uova naziste").

Il gruppo decise di opporsi, distruggendo i macchinari per la catalogazione e l'ordinamento delle schede il 18 maggio 1944 e il 17 giugno 1944, e devastando l'ufficio anagrafe al Akersgaten 55 di Oslo. Nel 2008 venne girato un film, Max Manus, dedicato alle imprese della Oslogjenge[35]. Un'altra figura fondamentale per la Milorg fu Jens Christian Hauge, in seguito uomo politico laburista e amministratore di varie imprese compresa la Noratom A/S che proseguì il lavoro della Norsk Hydro nel settore dell'energia nucleare: durante la guerra fu membro del nucleo di controllo dei prezzi della polizia di Oslo[23].

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La guerra lampo tedesca[modifica | modifica wikitesto] Una solitaria sentinella tedesca in un posto di guardia costiero in Lapponia nel 1943 Vidkun Quisling, Heinrich Himmler, il Reichskommissar Josef Terboven, il Generaloberst Nikolaus von Falkenhorst comandante delle forze di occupazione (seduti) e ufficiali di Waffen-SS, Deutsche Heer e Luftwaffe in una foto del 1941 Con l'invasione della Norvegia i tedeschi intendevano prevenire quello che durante la prima guerra mondiale era stato il problema principale per la loro marina, cioè l'imposizione di una linea di blocco navale dalla Scozia a Bergen da parte della Royal Navy, resa possibile dalla politica estera filobritannica del Paese scandinavo.

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In Norvegia si formò un partito nazista, presieduto da Vidkun Quisling che invece venne posto al potere. La Norvegia fu una fonte di approvvigionamenti minerari, ma la grande flotta mercantile del Paese rimase in gran parte all'estero e fornì un importante contributo alla causa Alleata. Per gestire una tale quantità di vascelli nell'aprile 1940 venne creata a Londra la Norwegian Shipping and Trade Mission (Nortraship) che gestì circa 1 000 navi e divenne la più grande compagnia di spedizioni navali al mondo[72]. La Svezia fu generalmente filo-alleata ma anche lì si sviluppò un partito nazista, il Nationalsocialistiska Blocket, vicino alle classi alte; fu affiancato da altri due più grandi, SNSP e NSAP, che conobbero una certa diffusione.

[modifica | modifica wikitesto] Volontari svedesi durante la guerra d'inverno con fucili anticarro Boys La partecipazione della Svezia alla guerra venne evitata anche perché la popolazione era inizialmente e rimase in seguito molto indifferente all'idea, tanto che in un sondaggio Gallup del 1945 che chiedeva se in caso di inizio di massacri tedeschi in Norvegia la Svezia dovesse intervenire, la risposta fu "no" per il 47%, "sì" per il 33% e "non so" per il resto[58]. Nonostante la neutralità molti svedesi si adoperarono in prima persona durante il conflitto per tutelare i più deboli, o ebbero ruoli di mediazione. Tra questi, il diplomatico Folke Bernadotte, Per Anger, Birger Dahlerus, Harald Edelstam, il principe Gustavo Adolfo, duca di Västerbotten, Per Albin Hansson, Israel Holmgren, Ture Nerman e il diplomatico Raoul Wallenberg che venne poi ucciso dai sovietici come sospetto di spionaggio.

Il ferro svedese passava per i porti svedesi e norvegesi e veniva trasportato anche a bordo di navi svedesi scortate dalla Svenska marinen attraverso il Baltico. Se la Royal Navy attaccò estesamente il traffico marittimo dalla Norvegia alla Germania, lo stesso fece la marina sovietica che in alcuni casi si rivolse anche contro navi svedesi; in varie circostanze si verificarono eventi tragici come l'affondamento della nave passeggeri svedese Hansa affondata dal sommergibile sovietico L21 il 23 novembre 1944 con 84 morti e solo due sopravvissuti[75], un preludio ai successivi affondamenti della Wilhelm Gustloff, Cap Arcona e General von Steuben che conteranno migliaia di morti civili tra i profughi e tra i prigionieri di guerra che trasportavano.

Un gruppo che ebbe influenza sulla resistenza norvegese fu il Mot Dag, d'ispirazione comunista, che s'infiltrò nella vita politica del Paese attraverso i suoi uomini (detti motdagists) pur non avendo una veste ufficiale dopo il 1936. L'organizzazione ebbe una reazione molto tiepida dopo l'invasione tedesca della Norvegia nel 1940, ma iniziò una resistenza attiva contro l'invasore dopo l'attacco tedesco all'Unione Sovietica[23]. Nell'ottobre 1941 il ministro della difesa del governo norvegese in esilio, all'epoca Ljungberg, venne sostituito da Oscar Torp, membro del Mot Dag, e nel febbraio 1942 il Forsvarets Overkommando (FO), quartier generale della difesa, venne organizzato e incentrato su due membri del Mot Dag: Vilhelm Hansteen come comandante e Bjørn Christopheren come capo di stato maggiore[25].

La Svezia continuò le vendite di minerale di ferro fino alla fine della guerra in quantità progressivamente decrescenti e vendette anche materiali bellici o componenti, come ad esempio i cuscinetti a sfera[74]; inoltre alcune armi svedesi come il cannone Bofors 40/60 (40 mm di calibro e canna lunga 60 volte il calibro) vennero esportate o prodotte su licenza. Proprio il cannone Bofors venne adottato come principale pezzo antiaereo sulle navi di Germania (produttrice della versione 40 mm FlaK 28 L/56) e Giappone da un lato, Regno Unito, Canada e Australia (come membri del Commonwealth), Polonia, Stati Uniti dall'altro[76].

Con un cambio al vertice del SOE nella primavera del 1942 la resistenza danese venne rifornita di armi ed esplosivi per intraprendere operazioni di sabotaggio, mentre gli equipaggi degli aerei alleati vennero istruiti a recarsi dal più vicino dottore danese in caso di abbattimento, a dimostrazione del larghissimo sostegno e affidabilità della categoria al movimento resistenziale[49]. Anche da parte tedesca esistevano dei simpatizzanti per la resistenza, come un ufficiale della marina tedesca, Duckwitz, che fornì varie informazioni a un politico danese in merito alle retate antiebraiche; anche la decisione dell'ammiraglio Wedel di autoaffondare la flotta in contrasto con le disposizioni del governo negò ai tedeschi le navi pattuglia indispensabili al controllo della vasta costa del Paese, rendendo di conseguenza più difficoltoso sia l'impedire la fuga degli ebrei sia il contrasto delle comunicazioni clandestine con la Svezia[49].

Max Manus in uniforme da tenente, probabilmente durante il suo addestramento da sabotatore in Inghilterra Un'altra organizzazione resistenziale fu il Gruppo Osvald, dallo pseudonimo del suo fondatore Asbjørn Sunde; era nata da un gruppo a sua volta chiamato Lega Wollweber dal suo leader Ernst Wollweber, che era controllato dalla polizia segreta sovietica NKVD. Dopo l'arresto di Wollweber nel 1941 il gruppo perse i contatti e i finanziamenti da Mosca, ma Sunde riuscì a mantenere operativa la cellula; dopo l'inizio dell'operazione Barbarossa il gruppo iniziò una campagna di sabotaggi che colpì vari treni e installazioni militari, attivando anche un proprio campo d'addestramento a Rukkedalen, una zona isolata in montagna vicino a Nesbyen.

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Teatro scandinavo della seconda guerra mondiale - WikipediaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera. Teatro scandinavo della seconda guerra mondialeparte della seconda guerra mondialeMappa degli Stati scandinaviData30 novembre 1939 - 8 maggio 1945 LuogoScandinavia, Danimarca, Islanda e Mar Glaciale Artico Esitovittoria finale Alleata Modifiche territorialicessioni territoriali della Finlandia all'Unione Sovietica Schieramenti Germania Finlandia (fino al 1944) Norvegia Regno Unito Francia Polonia Danimarca Unione Sovietica Finlandia (dal 1944) Voci di guerre presenti su Wikipedia Manuale V · D · MCampagne dellaseconda guerra mondialeEuropaPolonia – Strana guerra – Danimarca e Norvegia – Guerra d'inverno – Paesi Bassi – Belgio – Francia – Inghilterra – Balcani – Fronte orientale – Guerra di continuazione – Jugoslavia – Italia – Fronte occidentale – Scandinavia Africa e Medio Oriente Africa Orientale Italiana – Nordafrica – Africa occidentale – Iraq – Siria – Iran Asia e PacificoCina – Oceano Pacifico – Sud-est asiatico –Pacifico sud-occidentale – Oceano Indiano – Manciuria Altre campagneAtlantico – Artico – Mediterraneo – Nord America – Aviazione e bombardamenti strategiciGuerre contemporaneeGuerra civile cinese – Guerre di confine sovietico-giapponesi – Guerra franco-thailandese V · D · MScandinavia nella seconda guerra mondialeAltmark – Weserübung (Danimarca – Norvegia) – Ikarus – Groenlandia – Fær Øer – Fork – Claymore – Volpe d'argento – Kirkenes e Petsamo – Gauntlet – Archery – Fritham – Musketoon – Tirpitz – Telemark – Ferro svedese – Zitronella – Offensiva di Petsamo-Kirkenes – Liberazione del Finnmark – 28 gennaio 1945 – Førdefjord – Resistenza danese – Ebrei danesi – Occupazione della Norvegia – Resistenza norvegese – Lager norvegesi – Svezia – Autobus bianchi – Purga dei traditori Il teatro scandinavo della seconda guerra mondiale ricomprende gli eventi bellici e politici che ebbero luogo tra la fine del 1939 e il maggio 1945 in Scandinavia (inclusi i territori a essa culturalmente associati come Finlandia, Groenlandia, Islanda e isole Fær Øer), nell'ambito dei più vasti eventi del teatro europeo della seconda guerra mondiale.

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I rapporti tra Svezia e Norvegia furono complessi e non lineari. I due Paesi erano stati uniti fino al 1905; la Svezia non riconobbe mai la legalità del regime di Quisling, e non chiuse mai le sedi diplomatiche dei Paesi occupati con governi all'estero, quindi Norvegia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo; la corrispondenza ufficiale venne sempre indirizzata dal ministro svedese degli esteri al "The Royal Norwegian Government - London", ma alla morte dell'ambasciatore norvegese in Svezia Wollebæk nell'ottobre 1940 venne rifiutato l'accredito di un nuovo ambasciatore[17] Fino al 1941 un 30% dei norvegesi che tentavano di rifugiarsi in Svezia venne respinto, ma nonostante un ordine di Terboven che sanciva la condanna a morte per i transfughi, i tedeschi non uccisero nessuno se non per ragioni diverse dalla fuga; dopo il 1941 gli svedesi divennero più permissivi verso coloro che tentavano di rifugiarsi in Svezia.

Durante uno dei lanci di rifornimento tre membri furono individuati e arrestati dalla Gestapo, ma vennero liberati con la fine delle ostilità[52]. I BOPA (Borgelige Partisaner, Partigiani Borghesi) furono un gruppo che prese spunto da una preesistente formazione di matrice comunista, il KOPA (Kommunistiske Partisaner, Partigiani Comunisti), formato da reduci della guerra civile spagnola e organizzato in cellule che si attivarono solo dopo l'invasione dell'Unione Sovietica; a causa della scarsità di armi a disposizione, i suoi membri inizialmente si limitarono ad attacchi con bottiglie molotov. Il nome della formazione deriva da un episodio che vide alcuni studenti, in precedenza non accettati nel gruppo resistenziale perché ritenuti "elitari", dare fuoco a una fabbrica di attrezzature elettroniche di Hellerup, la Dansk Industri Syndikat[48]: il successo dell'attacco ne permise l'ammissione al gruppo e gli studenti per gioco iniziarono a definirsi BOPA, in contrasto con la sigla originale; col passare del tempo questo divenne il nome più noto del gruppo, che effettuò anche altri attentati ad aziende che rifornivano i tedeschi come la Burmeister & Wain (cantieristica navale e motori) e la Dansk Riffel Syndikat (azienda di costruzioni meccaniche compartecipata dalla A.

[7] La campagna di Norvegia del 1940 pose Danimarca e Norvegia nelle mani tedesche, e questi Paesi rimasero occupati fino alla resa tedesca del 1945. Le forze armate danesi erano assolutamente inadeguate a difendere il Paese da un attacco, anche per la natura pianeggiante del territorio e la mancanza di ostacoli naturali; i pochi velivoli dell'esercito e della marina erano antiquati e adatti solo a compiti di ricognizione; la marina militare, con 4 300 uomini in servizio, dotata solo di una nave da difesa costiera con pezzi da 150 mm, sei motosiluranti e sette sommergibili[8], non era minimamente in grado di fermare la squadra tedesca che arrivò a Copenaghen per l'invasione il 9 aprile 1940. L'aviazione navale danese, con i suoi undici idrovolanti a Copenaghen, due altri con la squadra navale ad Aarhus, altri due a Slipshavn e nove aerei terrestri nella base navale di Avnø[8], avrebbe dovuto opporsi alle centinaia di velivoli schierati dalla Luftwaffe.

A esso si aggiungeva il francese Édouard Daladier che si aspettava di utilizzare l'incidente dell'Altmark come pretesto per occupare immediatamente i porti norvegesi «[... ] con un attacco improvviso; tanto più facile sarà giustificare questa mossa agli occhi dell'opinione pubblica quanto più rapidamente essa verrà condotta a termine e quanto più la nostra propaganda riuscirà a sfruttare il ricordo della recente complicità della Norvegia nell'incidente»[6].

L'azione venne condotta incontrando una scarsa resistenza e alcune centinaia di volontari norvegesi furono trasportati in Gran Bretagna, dove molti si arruolarono nelle forze norvegesi in esilio. A questa seguì l'operazione Gauntlet, effettuata tra il 25 agosto e il 3 settembre 1941, quando un reparto di incursori canadesi occupò l'isola Spitsbergen dell'arcipelago delle Svalbard, distruggendo miniere, scorte di carbone e olio; posero poi in salvo 2 000 lavoratori russi che vennero trasportati ad Arkhangelsk insieme a tutte le attrezzature rimovibili, mentre le otto navi catturate vennero trasferite in Gran Bretagna.

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Fiorirono le pubblicazioni illegali, come De Frie Danske (il danese libero) e Land og Folk (Terra e popolo), quest'ultimo di matrice comunista. Il 22 giugno 1941, con l'invasione tedesca dell'URSS, il partito comunista danese venne messo fuori legge, e gli studenti immediatamente manifestarono la loro contrarietà scontrandosi con la polizia[49]. Stabiliti i contatti con la Gran Bretagna venne comunque formata una sezione danese del SOE britannico e il dottor Carl Johan Brun addestrò alcuni danesi all'uso del paracadute, rimanendo lui stesso ucciso in un lancio su Copenaghen; il suo posto venne preso dal vice Mogens Hammer, che si era lanciato insieme a lui.

Durante il viaggio di ritorno venne avvistata la nave scuola cannonieri tedesca Bremse, che venne affondata dall'incrociatore leggero Nigeria a sua volta danneggiato probabilmente da una mina[38]. Le navi prigione tedesche Rigel e Korsnes in fiamme dopo un attacco aereo della RAF il 27 novembre 1944 Parecchie operazioni aeree di disturbo al traffico costiero vennero effettuate dalla Scozia con squadriglie di aerosiluranti Bristol Beaufighter e de Havilland DH.

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